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Compro Brillanti Via Del Corso Roma
Quante volte abbiamo sentito dire da una donna a noi vicina o anche da una conoscente Compro Brillanti Via Del Corso Roma?Sappiamo benissimo che le donne amano i gioielli perché esaltano la loro femminilità e perché le fanno sentire a volte al centro dell’attenzione dei loro uomini.
Da sempre i gioielli hanno sempre rappresentato un mondo particolare, una dimensione nella quale esprimere bellezza ed eleganza. In particolare è quindi la donna colei che più di tutti trova immedesimazione con i gioielli: attraverso di essi esalta maggiormente il proprio look e delinea in maniera più chiara la propria personalità.
In alcuni casi è anche possibile optare per dei pezzi usati:molte donne vorrebbero coronare il sogno di avere un brillante, ma come sappiamo il web pur essendo un mezzo bellissimo, utile e ricco di possibilità,nasconde molte insidie e possibili truffe di singoli utenti, che vogliono lucrare e approfittare dell’ingenuità delle donne che vogliono comprare brillanti, e si fanno attrarre comprensibilmente dalla possibilità di risparmiare. Quando alcune donne pensano la frase Compro Brillanti Via Del Corso Roma spesso confondono questi ultimi con i diamanti e ora andremo a vedere le differenza.
Il diamante è la pietra preziosa, ovvero la materia prima, mentre il brillante è il tipo di taglio che gli viene applicato.
Questo taglio è caratterizzato da 57 piccole facce che possono arrivare a 58 se anche la punta ha ulteriori sfaccettature. Qua sta l inghippo:infatti il taglio brillante non è usato solo sul diamante, può essere applicato anche su un semplice pezzo di vetro e quindi qualche rivenditore poco onesto potrebbe proporre uno zircone, che è il nome difficile e apparentemente serio per definire semplici pezzi di vetro. Tuttavia, i rivenditori onesti sanno benissimo che se un cliente chiede un brillante, intende il DIAMANTE con un particolare taglio che dona anche la forma alla pietra.
Quindi il diamante può essere di svariate forme,carati,colorazioni e tagli. Questo taglio è quello che più di tutti riesce a valorizzare la lucentezza di questa pietra preziosa: ogni sfaccettatura è studiata nei dettagli per conferire alla materia la massima brillantezza.
E proprio da questa caratteristica proviene il nome del “brillante“. Questi diamanti con questo taglio sono i più regolari e i più pregiati e sono anche i più cari, perchè da una parte al momento del taglio si sacrifica molto del loro peso e delle dimensioni originarie, ma d’altra parte, con la cura e l’attenzione necessarie, ogni piccola faccia regala alla gemma la sua massima espressione. Di un diamante esistono numerosi tipi di taglio: tondo, princess, a goccia, a smeraldo, sono solo alcuni di quelli che possiamo nominare, di tutte le tipologie, però, quella a brillante è sicuramente la più diffusa.
Non ci sono indicazioni particolari: la scelta è puramente soggettiva e personale.
Compro Brillanti Via Del Corso Roma:come valutare un diamante
Nella valutazione di un diamante sono infatti quattro gli elementi che vengono tenuti in considerazione e che ne fissano il prezzo intorno a cifre più o meno elevate: Purezza, Colore, Caratura e Taglio. Per valutarne la purezza esiste una scala riconosciuta a livello internazionale e si utilizzano strumenti accurati per visualizzare eventuali inclusioni): meno ce ne sono, più il diamante è puro. Uno dei primi parametri per essere sicuri che abbiamo di fronte a un diamante di valore reale è la certificazione, che è un must assoluto.
I più importanti e riconosciuti certificati sono quelli forniti dai laboratori dell’Istituto Gemmologico Internazionale (IGI) e del Hoge Raad voor Diamant (HRD).
Entrambi hanno sede ad Anversa in Belgio; per questo motivo è riconosciuta come la capitale mondiale dei diamanti. Altri riconosciuti certificati sono quelli rilasciati dai laboratori del GIA (Gemmological Institute of America) e AGS che sono enti localizzati negli Stati Uniti d’America.
Questi luoghi rappresentano sicuramente lo standard nel mondo della gioielleria. Molto importante è anche il colore:infatti diamanti sono pietre trasparenti e il loro colore varia da “bianco eccezionalmente superiore” fino al “giallo”, ovviamente più è bianco più vale.I diamanti possono assumere quasi tutte le colorazioni, che sono dovute ad impurezze o difetti strutturali: il giallo ambrato e il marrone sono le più comuni, il rosso, il rosa e il blu sono le più rare. Le inclusioni vengono spesso ed impropriamente chiamate “carboni” e possono essere di diverso tipi; si possono trovare infatti cristalli di granato ma anche di diamante, tuttavia sono considerati difetti le fessure naturali (o “ghiacciature”), le tracce di sfaldatura e le “linee di accrescimento” della gemma originaria Determinante è anche il peso e i brillanti si pesano in carati.
Un carato equivale esattamente a 0,2 grammi.
Il carato può essere suddiviso in punti che equivalgono ad 1/100 di carato, in passato si usavano anche i grani che equivalgono a 1/20 di grammi.
Compro Brillanti Via Del Corso Roma: i costi
Innanzitutto dobbiamo dire che Dal 1993 a oggi i brillanti hanno triplicato il loro valore, e si può ritenere che il trend continuerà.
L’aumento è costante e non soggetto a sbalzi come per l’oro e altri metalli preziosi.
Anche se alcuni analisti ritengono che il diamante non sia perfetto come bene rifugio, data una certa soggettività nel determinarne la qualità, resta un buon investimento a lungo termine Le quotazioni ufficiali sono sempre riferite a pietre di colore e purezza omogenea, ma come detto possono subire l’influenza positiva o negativa del taglio.
Come per l’oro o qualsiasi materiale prezioso, i diamanti vanno acquistati solo da mercanti di comprovata serietà: un certificato si può falsificare e una pietra sigillata non è facile da analizzare.
Se d’altra parte viene estratta dalla confezione perde automaticamente la certificazione. Quindi il valore e di conseguenza il prezzo di un brillante è legato sia alla sua qualità come pietra sia alla sua lavorazione.
Il parametro più importante da considerare è La Caratura e quindi il parametro più noto è il peso del diamante, espresso in carati. Il valore di un brillante non aumenta linearmente con il suo peso: più un diamante è pesante, maggiore è il valore per singolo carato.
Un diamante del peso di 0,50 carati può costare 5.000 euro, ma un diamante di 1 carato della stessa identica qualità non costerà 10.000 euro, ma quasi 16.000.
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Si pensa che i diamanti siano stati inizialmente riconosciuti ed estratti in India, dove furono trovati in depositi alluvionali lungo i fiumi Krishna e Godavari. I diamanti erano utilizzati nelle icone religiose ed è probabile che fossero noti e considerati preziosi già 6.000 anni fa.[1] Infatti si trovano riferimenti ai diamanti nei testi in sanscrito: l’Arthashastra di Kautilya ne menziona il commercio, opere buddiste dal IV secolo a.C. in poi descrivono il diamante come pietra molto nota e preziosa, anche se non contengono indicazioni circa le tecniche di taglio.
Un altro testo indiano scritto all’inizio del III secolo descrive la resistenza, la regolarità, la brillantezza, la capacità di graffiare i metalli e le buone proprietà di rifrazione come qualità desiderabili di un diamante.
La città indiana di Golconda fu per secoli e fino alla metà dell’Ottocento il principale centro di produzione e vendita dei diamanti, tanto che il suo nome fu sinonimo di ricchezza.
I diamanti giunsero nella Roma antica dall’India e vi sono chiari riferimenti circa il loro utilizzo come strumenti d’incisione.
I cinesi, che non hanno trovato diamanti nel loro paese, non li consideravano in passato come gioielli, mentre apprezzavano molto la giada. Un’opera cinese del III secolo a.C. cita: «Gli stranieri li indossano [i diamanti] nella convinzione che essi possano allontanare da loro gli influssi maligni».
Fino al XVIII secolo i diamanti provenivano esclusivamente dall’India o dal Borneo e solo nel 1725 in Brasile, nello Stato di Minas Gerais, furono trovati i primi diamanti provenienti dal Sudamerica. Successivamente nel 1843 fu rinvenuto il carbonado, un aggregato microcristallino di diamante, di colore bruno-nero, impiegato nell’industria.
Il primo ritrovamento in Sudafrica avvenne nel 1867, nei pressi delle sorgenti del fiume Orange, e fino al 1871 vennero sfruttati unicamente i giacimenti di tipo alluvionale. In seguito si scoprì l’esistenza dei camini diamantiferi, dei quali il più noto è la miniera di Kimberleyche ha dato il nome alla roccia madre del diamante, la kimberlite.
Nel Settecento furono scoperti giacimenti nel Borneo, ciò diede inizio al commercio del diamante nel sud-est asiatico. Con l’esaurimento delle risorse indiane avvennero significative scoperte in Brasile (1725) e Sudafrica (Kimberley, 1867). Il Sud Africa divenne quindi il principale centro mondiale per la produzione di questa preziosissima gemma.
La popolarità dei diamanti è aumentata a partire dal XIX secolo grazie alla maggiore offerta, al miglioramento delle tecniche di taglio e lucidatura, alla crescita dell’economia mondiale e anche grazie ad innovative campagne pubblicitarie di successo. Nel 1813 Humphry Davy usò una lente per concentrare i raggi del sole su un diamante in un ambiente di ossigeno e dimostrò che l’unico prodotto della combustione era il biossido di carbonio, provando così che il diamante è un composto di carbonio. In seguito egli dimostrò che alla temperatura di circa 1.000 °C, in un ambiente privo di ossigeno, il diamante si converte in grafite.
L’oro è l’elemento chimico di numero atomico 79. Il suo simbolo è Au (dal latino aurum) e il suo termine spettroscopico è 2S1/2. È un metallo di transizione tenero, pesante, duttile, malleabile di colore giallo, dovuto all’assorbimento delle lunghezze d’onda del blu dalla luce incidente.
Inattaccabile dalla maggior parte dei composti chimici, reagisce in pratica solo con l’acqua regia e con lo ione cianuro. Con il mercurio forma un amalgama, ma non un composto chimico. Si trova allo stato nativo sotto forma di pepite, grani e pagliuzze nelle rocce e nei depositi alluvionali.
È stato adoperato fin dall’antichità per coniare monete e, prima dell’avvento della moneta fiat (latino per “sia fatta”, cioè creata dal nulla, com’è quella odierna[2]) è stato usato come controvalore per le emissioni valutarie degli Stati, come avveniva all’interno del cosiddetto gold standard. Si usa inoltre in gioielleria, odontoiatria e nell’industria elettronica. Il suo codice ISO come valuta è XAU (controvalore per oncia di metallo). L’oro è divenuto nel tempo il simbolo di purezza, valore e lealtà.
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